Artista monfalconese, nato e vissuto per lungo tempo nel quartiere operaio di Panzano, accanto al Cantiere navale, risente inevitabilmente della cultura del lavoro, nella sua formazione tecnica ed artistica. Dopo aver conseguito il Diploma superiore all’Istituto Tecnico Industriale Statale “A. Volta” di Trieste, si laurea all’Istituto Universitario di Architettura di Venezia. Da anni sviluppa la propria creatività nel campo della grafica e della pittura, partecipando a diverse mostre d’arte collettive e personali. Dagli anni ‘90 collabora come vignettista alla realizzazione di alcune riviste satiriche.
Ha progettato e realizzato nella Regione Friuli Venezia Giulia ed in Slovenia alcuni monumenti ai caduti della Lotta di Liberazione. Ha collaborato alla realizzazione di testi didattici per la scuola in qualità di illustratore. Ha curato la realizzazione di cataloghi d’arte e di pubblicazioni,tra le quali
“Cento anni di Cantiere”.Ediesse e “Storia e memoria di Panzano”.Biblioteca dell’immagine.
Parlare di materico sarebbe riduttivo, parlare di preziosismi sarebbe fuorviante nel primo caso si potrebbe pensare ad un’opera pittorica in cui l’artista, mescolando sapientemente il colore ad altri materiali impregni di spessori inusuali la tela, nel secondo caso si potrebbe credere che l’artista attinga esclusivamente a reminiscenze culturali e soggiaccia all’influenza plagiatrice di G.Klimt.
Né l’una né l’altra cosa. I contrassegni matrici, cromatici e tematici delle opere di Sergio Valcovich si nutrono di suggestioni originate da passioni ben più profonde che l’artista è capace di esprimere, però, con un rigore quasi pudico e con una padronanza tecnica che rifugge il puro decorativismo e risulta scevra da ogni autocompiacimento. L’artista usa la sabbia ed i frammenti di vetro, in una continua scomposizione e ricomposizione, non solo con l’intento di dare consistenza: dimensionale alla superficie della tela, bensì per rendere in qualche modo più palpabile, quasi tattile alla vista del fruitore, l’immagine che ha esperito e che desidera offrire, nel modo più efficace possibile, cercando di rendere, allo stesso tempo, realistica nella materia quanto astratta nella concezione.
Così risulta volutamente sontuosa la stesura del colore ed emozionante la scelta dei contrappunti cromatici: a ragione le impressioni di un viaggio a Lanzarote si traducono in una composizione-scomposizione di elementi primari, in cui l’azzurro-turchese del mare cede la sua freschezza al bianco riarso ed abbacinate della roccia calcarea, mentre il giallo dello zolfo si liquefa e si consuma nel bagliore rossastro del ferro fino nel nero abbraccio del basalto.
Talora nei paesaggi mediterranei, che ci restituiscono immagini di isole e luoghi assolati, la precisione del segno, la nitidezza dei volumi, la resa delle superfici lisce e scabre degli elementi architettonici, tradiscono il vissuto, la formazione culturale e la perizia tecnica dell’artista che guarda alle vestigia classiche, dell’architettura e della scultura dell’antica Grecia, come ad un ideale di armonia e di bellezza quale riferimento ancora attuale.
Ma è il mare, primaria fonte d’ispirazione e richiamo irresistibile che l’artista preferisce tradurre sulla tela declinandone tutti i toni del blu , catturandone la luce nella sua liquidità e profondità per
restituirla poi alla superficie col riverbero franto nello spumeggiare dell’onda.
Il mare calmo ed amico, nella sua dimensione reale ed insieme simbolica, incommensurabilmente silenzioso e sonoro quando ci restituisce, nel rumore della risacca, il suono del nostro cuore.
Un mondo rovesciato e sommerso in cui la vita si dispiega negli organismi multiformi, nelle sollecitazioni cromatiche, nei riflessi e nelle trasparenze, nei bagliori che corrono leggeri come paillettes e lacerti dorati sulle superfici delle conchiglie e sui corpi delle meduse, dei pesci e dei cavallucci che si avvinghiano ai coralli.
L’urgenza del viaggio sottende la ricerca pittorica di Valcovich, sia che si consumi nel girovagare omerico di isola in isola, sia che si sostanzi nell’immergersi in una dimensione fisica altra da quella terrestre, è nel desiderio di capire e di conoscere luoghi e mondi altri da sé che accompagna l’emozione, è nella necessità rituale del ritorno ai propri lidi, alla propria casa, alla propria realtà, arricchiti e temporaneamente appagati.
Infine è nelle opere grafiche in bianco e nero, sorprendente digressione alla più usuale produzione pittorica, che l’artista riesce a stupirci ancora, rivelando nello sfondo che sta dietro all’apparente “banalità” dei soggetti, l’elemento magico ed onirico che vibra tremulo, dietro l’apparenza delle cose, svelandoci un mondo utopico. Opere che rivelano grande freschezza immaginativa e raffinata padronanza tecnica. Il mare e la natura, i resti archeologici ed i paesaggi urbani, i coralli ed i pesci le conchiglie e le anfore, i visi umanamente femminili delle sirene ed il loro fascino, la maschera ed il volto, il teatro ed il riferimento pirandelliano, connotano l’opera di Valcovich; sono elementi ed aspetti che, ad un primo approccio, potrebbero apparire slegati, ma altro non sono che le facce di un poliedro che riflette e scompone un’unica realtà interiore.
L’artista trae ispirazione da molte cose fuori e dentro di sé, ma cerca una sintesi, un equilibrio tra il suo sentire, che è in costante divenire e la trasposizione materiale, fissa, che si concretizza nell’opera finita.
Valcovich asserisce “a volte il risultato concreto giunge ad un punto di equilibrio soddisfacente, a volte no …. Ma il processo creativo non si controlla mai completamente e quello che sfugge è un mistero anche per lo stesso artista.” Le implicazioni di questo processo, sul quale riflette l’artista, ben si rappresentano nei quadri, volutamente “fratti”, divisi come note vergate su di un unico rigo, come fotogrammi giustapposti quasi ad inseguire dinamicamente un’idea, a volerla sviscerare ed esplicare coerentemente in più modi. L’artista si interroga instancabilmente sulla natura della propria ricerca espressiva, sull’atto del creare artistico che nasce dall’osservazione casuale o intenzionale e si evolve, attraverso un processo di elaborazione interiore, in una rappresentazione che è il tentativo, mai soddisfatto fino in fondo, di fissare materialmente il momento fugace dell’ispirazione, momento misterioso anche per l’artista stesso. Ancora Valcovich “c’è sempre una tensione tra quello che si sente e quello che si realizza, tra il desiderio espressivo e l’opera compiuta. C’è sempre uno scarto, un’anelito inappagato: la rappresentazione non soddisfa mai e permane il senso di mancanza di controllo rispetto a quello che nell’opera c’è di sfuggente anche per colui che l’ha realizzata.
Annamaria Bonato
Mostre principali
1982
“Mostra del Miniquadro”, Galleria Antiche Mura, Monfalcone (GO)
1984
“Il Sogno di una cosa “40 artisti per il centenario di Karl Marx Circolo Rinascita, Cormons (GO)
Mostra collettiva d’Arte “Architettura per un monumento “, Cormons (GO)
1985
“ Mostra del Miniquadro “, Galleria Antiche Mura, Monfalcone (GO)
1987
“Architettura tra forma e paesaggio”, Chiostro dei Bolentini, Venezia
1990
Mostra di arte grafica “Arte per il lavoro”, Biblioteca Comunale, Romans d’Isonzo (GO)
2001
“FABRICARTE “ Centenario della Fiom-Cgil Galleria Borgo Rosta, Monfalcone (GO)
2004
Fiera internazionale del libro per ragazzi DOCET, quartiere fieristico, Bologna
“Forma e colore a Venezia”, Scoletta di San Zaccaria, Venezia
2005
“Quadri e sculture per il 2006”, Biblioteca Statale, Gorizia
2006
Mostra personale “Sopra e sotto le terre e i mari” Inglese caffè, Monfalcone (GO)
“Quadri e sculture per il 2007” Galleria Antiche Mura, Monfalcone (GO)
2007
I° Premio al Concorso di pittura “ Belletti Sailing Colours “ Centro Conferenze, Muggia (TS)
Mostra d’Arte “Tra Viaggio e Paesaggio”, Galleria Il Punto, Bologna
Mostra d'arte collettiva, Beneska Galerija , S. Pietro al Natisone (UD)
2008
Mostra d’arte, Caffe' Tommaseo, Trieste
I° Premio al Concorso di pittura “Electric Colours “, Palazzo Vivante, Trieste
Mostra d'arte nazionale Sala comunale d'arte “G. Nigrisin”, Muggia (TS)
2009
I° Premio al Concorso di Pittura “Spazi colorati” , Villa Prinz,Trieste
I° Premio al Concorso di Pittura e Scultura “Mare sport colori” Circolo della Vela, Muggia (TS)
Arte bisiaca in vetrina, Turriaco (GO)
2010
2° Premio al Concorso di Pittura “Il colore del tempo”, Villa Prinz, Trieste
Mostra d’Arte collettiva “Un mare di colori” ,Villa Romana, Grado (GO)
Mostra personale, “colorMare” Caffè Carducci, Monfalcone (GO)
2015
“Incontri di colore”, mostra collettiva, Angolo di Maritani, Caffè Carducci, Monfalcone (Go)
2019
"Trame di mare" -Mostra personale, sale espositive Nuovo Albergo Operai di Panzano-Monfalcone(Go)
2024
"Archeologia, mare, architettura" - mostra personale, Caffè Carducci, Monfalcone