Pierluigi de Lutti nasce a Monfalcone il 23 agosto 1959. All età di 17 lascia la casa di famiglia e raggiunge Ferrara, dove per alcuni anni alterna gli studi all'attività sportiva. L'interesse per l'arte da sempre vivo in lui – si è diplomato all'Istituto d' Arte – si manifesta negli anni 80 quando, rientrato in Friuli prende contatto con la galleria Nuovo Spazio di Luciano Chinese e con il critico d'Arte Paolo Rizzi, che lo seguirà fino alla morte avvenuta nel 2006. La folgorazione artistica, invece, arriva con la frequentazione dell'atelier del Maestro Giuseppe Zigaina. Per lungo tempo il poeta Mario Stefani ha scritto di lui. In quegli anni inizia ad esporre le prime opere apprezzate dal pubblico e dalla critica non solo locale. Negli anni 90 frequenta per lunghi periodi corsi di astrattismo a Los Angeles e a N.York passando così dal figurativo all'informale. Nel 2005 inizia la collaborazione con la galleria d'arte Orler e da subito il grande pubblico ne stima le proposte e a tutt'oggi lo segue con intersesse nel suo divenire artistico. Il MoMa di New York dopo aver selezionato un'opera nel 2005 "doppia ferita 2001" lo invita ad entrare nel The Artist Viewing Program inserendo nella libreria del museo il catalogo Attuale Spiritualismo. Nel 2008 2° classificato al premio internazionale Boe' gli viene conferita la laurea in storico dell'arte dall'università di Verbano. Comincia a collaborare con la galleria di New York DJT Fine Ad.
Pierluigi de’ Lutti proviene da una terra che in Friuli Venezia Giulia chiamano la “Terra tra due fiumi”: la Bisiacarìa, termine probabilmente derivante dal latino bis aquae. Una terra ricca di talenti e di personalità fortemente creative che hanno realizzato nell’arte il vertice di un’indagine interiore ispirata sia dagli spazi aperti della natura incontaminata che si estende fino alla laguna progenitrice di Venezia, quella di Grado (composta di specchi d’acqua silenziosi, canneti, pioppeti e campi di papaveri, tutti aspetti caratteristici della cosiddetta Bassa Friulana), sia da un’innata e misteriosa propensione all’astrazione ed al linguaggio informale forse dettata dalle suggestioni stesse di questi luoghi. Due dimensioni apparentemente antitetiche che convivono, dunque. Una legata al dato reale oggettivo suggerito dalla natura, l’altra più interiore che muove gli animi verso dimensioni che potremmo definire transrazionali. De’ Lutti è un pittore che emerge da questo contesto sia reale che metafisico dominato da quel silentium naturalistico che rappresenta da sempre il vero anello di congiunzione tra l’uomo e l’Assoluto. Dopo un periodo di formazione accanto al maestro Giuseppe Zigaina (storico amico e collaboratore di Pasolini) e a seguito dell’esperienza americana di studio a Los Angeles e New York, il passaggio dal figurativo all’informale per de’Lutti diviene naturale conseguenza del un suo modo di essere e di intendere la propria vita interiore. Il suo successo di oggi è il risultato di una ricerca rigorosa ed incessante che gli ha consentito di esprimere la propria essenza, quel Sé interiore che si collega al macrocosmo intelligente che governa lo spirito degli uomini.
Per comprendere l’indagine di questo pittore complesso e preparato è utile dunque riferirsi ad una dimensione definibile non tanto nell’immediato coscienziale ma in quell’inconscio che è l’autentica sede delle pulsioni più vicine all’individualità ed all’intelligenza prelogica. Ovvero il presidio di ciò che noi siamo veramente nel profondo senza le infrastrutture razionali ed emozionali, per intenderci. E proprio nelle ragioni dell’inconscio è celata una delle chiavi interpretative di questa pittura così deliziosamente astratta ma, per singolare contraddizione, non priva del suo corpus armonioso, una sorta di forma non premeditata che è nell’interiorità nascosta di un artista intenso e spettacoloso. In de’Lutti dunque non c’è premeditazione di forma, ma nel suo informale essa comunque sussiste netta, forte ed assolutamente libera. Intuitiva più che istintiva. Quando la ragione smette di alimentare come combustibile il fuoco della mente pensante, emerge da ognuno di noi un piano subcosciente collegato all’Ego che sembra essere il vero dominatore delle nostre vite. Per alcuni neuroscienziati cognitivi, almeno il 90% delle nostre azioni e dei nostri comportamenti è determinato dal programma subconscio (molto più potente della mente consapevole nell’accumulare ed elaborare informazioni ed analisi), fino al punto di non consentirci di essere coscientemente padroni della nostra vita. Ed al punto di influenzare il nostro stato di salute, la genesi ed il decorso delle patologie organiche. Un grande psicanalista francese, Jacques Lacan, - naturale continuatore delle teorie freudiane – sosteneva che l’inconscio non solo fosse presenza dominante nella nostra vita, ma avesse un suo linguaggio di riferimento, un codice ben strutturato di cui spesso non si ha oggettiva cognizione né tanto meno consapevolezza. Ecco l’alterità, ovvero la nostra vita vissuta da un ‘altro-io’ che non ci rappresenta nell’autenticità. “Penso dove non sono e sono dove non penso” era una celebre citazione di Lacan. Come dire: quando si crede di poter dire si è detti, e quando si ritiene di poter giocare si è giocati da un medium equivoco che pure è in noi.
Già nella precedente pubblicazione, ‘Le velature dell’inconscio’, il pittore affronta di punta l’argomento. Egli ci erudisce attraverso le ricorrenti ‘bianche cromature dell’Io’, i nodi irrisolti dell’indagine psicoanalitica. De’Lutti scompone l’idea, prova a ricomporla secondo postulati nuovi, aborre il tramonto dell’anima e sogna quella libertà che solo la pittura gli può conferire. Una libertà di realizzare sconfinamenti omnidirezionali, di entrare in quei processi che la Mente (che paradossalmente ci “mente”o ci mal consiglia) impedisce di far intravvedere per dei perversi ed anomali meccanismi di autodifesa. Egli vuol dunque rappresentare ciò che con la figurazione tradizionale non potrebbe: il suo stato interiore, i travagli, i sogni e le complesse dinamiche di un sentire svincolato dai dogmi della razionalità imperante e precostituita, che opera seguendo modelli che annullano la nostra vera individualità. La pittura per de’Lutti è un’azione liberatoria ed uno strumento d’indagine. Per lui è un dovere far luce nel buio, far emergere energie nuove, conoscersi, essere se stesso. Abbiamo una natura più che complicata, complessa. Se un ragionamento può essere più o meno “complicato” (quindi: montabile e smontabile), il cervello che lo ha prodotto è “complesso” nei suoi intelligentissimi processi sinaptici di connessione. Le dottrine esoteriche ci parlano di diversi piani, forse sette (la natura settemplice dell’uomo) da quello biologico all’astrale, da quello emozionale a quello buddico, fino alla congiunzione con il Divino. Mi piace pensare, di conseguenza, che per questo pittore la sua indagine sia dunque uno strumento di meditazione (e mediazione) tra conscio ed inconscio. Più che action painting fine a se stessa, trattasi di un’azione liberatoria di pulsioni irrefrenabili, di esigenze espressive, diremmo esistenziali, volte alla realizzazione umana. Ecco allora le pennellate dense, gonfie di colore a trama larga, che partono, fuggono rapidissime e si risolvono in uno spazio che l’occhio fatica a rilevare. Eppoi curve improvvise, addensamenti, virtuosismi cromatici organizzati in un intreccio simile ad una rete microcosmica che pare riflettere le meccaniche celesti, o meglio il cervello cosmico. Egli è imprevedibile, spettacoloso ed incantante nei formati giganteschi come nel piccolo spazio. La sua azione non ha limiti. L’energia dell’inconscio viene riportata a nudo sulla tela, vi si proietta e trova le sue piste ideali per correre e rappresentarsi. Immagini, tracciati come icone potentissime che urlano le ragioni della vita nascosta, dell’eterno moto universale che è in noi, come in alto così in basso, come sostenevano le antichissime tradizioni di pensiero esoterico. I simboli non sono espressi esplicitamente ma è tutto l’insieme organico a restituirci il linguaggio della ricerca semiologica. L’apparente caos è, per converso, ordine e armonia strutturale non solo di forme ma anche di spazi e cromie, come fosse un disegno occulto che si svela. Nella serie dedicata alle “Stagioni” di Vivaldi, l’impianto cromatico assume le sembianze di una ricerca microspaziale, dove le pennellate fitte e dense trasmettono il senso di una dimensione pacificante e contemplativa. Anche qui lo stile di de’Lutti è presente, inconfondibile e diretto come nella produzione più tipica e significativa.
La pittura di questo maestro contemporaneo agisce in misura duplice sia con la forza del vedere che con quella del sentire. L’occhio trasmette al cuore una corrente continua rigenerante, ed anche ciò che non è riconoscibile come reale manifesto esercita in noi una forza di attrazione potente, magnetica. Ecco, il magnetismo. De’Lutti attrae, seduce e persuade. Il suo “Spiritualismo” – termine riportato dal titolo di un suo catalogo ora presente nella prestigiosa Libreria del Mo.Ma di New York – ha un respiro ampio, quello della vita che, nella realtà dell’immanenza, trascende se stessa. Un respiro in cui tutti possono ritrovare un sentimento di umana appartenenza – aldilà dell’interpretazione precostituita – nella vivezza assoluta di un colore e nei tracciati lineari che paiono proiettati su spazi senza fine.
Giancarlo Bonomo
Critici d'arte
I critici d' arte che hanno scritto su Pierluigi de Lutti sono:
Giancarlo Bonomo, Stefania Carrozzini, Maurizio Fagiolo Dell'Arco, Andrea Ferrazzi, Abraham Lubelski, Giorgio Pilla, Andrea Ferrazzi, Paolo Rizzi, Giorgio Segato, Giuseppe Selvaggi, Vittorio Sgarbi, Mario Stefani, Paolo Levi, Diego Collovini, Giovanni Faccenda.
Mostre
2009
• Palazzo Ducale, Venezia
• DJT Fine Art, New York
• Kay Kasia Gallery, Chicago
• Galleria Margini, Milano
• Art Forum, Berlino
• Art Forum, New York
• Freize, Londra
• Kay Kasia Art Project, Chicago
• Gallerie Orler, Venezia
• Galleria d’Arte Moderna, Bratislava
• Castello degli Estensi, Ferrara
• Visconti Art Gallery, Lubjana
• “200 years anniversary of the birth of Charles Darwin”, New York
• Meggiato Art Gallery, Positano
• Meggiato Art Gallery, Venezia
• Art Karlsruhe, Karlsruhe
• Galleria il Tempio, Palermo
• Premio New York, New York
• Premio Roma, Roma
• Premio Boè, Palermo
• Premio Fair Play, Gorizia
2010
• DJT Fine Art, New York
• Tagliatella Gallery, Palm Beach
• Istituto Nazionale della Cultura, Colonia
• Galleria d’Arte Comunale “Ricordare Guernica”, Faenza
• Mostra itinerante nei musei, Germania
• Biennale für internationale lichtkunst, Germania
• Europena Kunsthalle, Germania
• Italienisches Stadtmuseum, Germania
• Museo Ludwig, Colonia
• Wallraf Richartz Museum & Foundation Coroud, Colonia
• Suermondt Ludwig Museum, Germania
• Kubnst Museum, Bonn
• Max Ernst Museum, Brühl
2011
• New Heart City Gallery, Parigi
• Tagliatella Galleries, New York
• Galleria d’Arte Moderna, Tokyo
• Museo Casa dei Carraresi, Treviso
2012
• Gustau Lundsvagen Alvis Torg, Stoccolma (Svezia)
• Sellon Kiryosto, Helsinki (Finlandia)
• Istituto Nazionale ci Cultura, Tallinn (Estonia)
• Municipio di Stoccarda (Germania)
• Galleria Orler, Mestre (Venezia)
2013
• Febbraio, Sydney (Australia)
• Marzo, Camberra (Australia)
• Marzo, Moss Valle (Australia)
• Aprile, Palazzo delle Prigioni,Venezia
• Aprile, Lunga Notte al Museo, Stoccarda (Germania)
• Maggo, Museo del Louvre, Parigi
• Luglio, New He Art Cyty Galleri, Parigi
• Ottobre, Ast Fine Art, New York
2014
• Febbraio, Vienna - Palazzo Sternberg
• Luglio, Praga - Istituto Nazionale di Cultura
• Novembre, Istanbul - Tüyap Sanat Fuari
• Dicembre, Barcellona - Art Fusion BCN
2015
• Marzo, Stoccarda - Museo d'Arte Moderna "La lunga notte dei musei" (Istituto Nazionale di Cultura Italiano)
• Maggio, Udine - Chiesa di S. Francesco "L'informale"
• Luglio, Smithers BC Canada - Smithers Art Gallery
• Giugno, Roma - Chiostro del Bramante
2016
. Dicembre - Mostra Personale Sala Consigliare di Turriaco (Go)
2017
• Maggio, Mostra Personale, Londra, House of fine art
• Settembre, Seconda mostra collettiva Artisti del territorio, Sala Antiche Mura Monfalcone.
Mostra collettiva "Ipotesi di un paesaggio", Sala Del Bianco, Staranzano GO
2018
Mostra collettiva, "American beauty", Galleria Comunale d'arte Contemporanea Monfalcone
2024
Mosra personale, ''Substantia'', Galleria Comunale d'Arte contemporanea, Monfalcone (15/03 - 16/06)