Dario Sanson è nato nel 1934 a Monfalcone dove attualmente vive ed opera. Bisiaco DOC, da sempre appassionato dell’espressione grafica artistica, autodidatta, sin da giovane si è accostato per l’apprendimento di pitture a pigmento secco ed oleoso. Successivamente, per trasparenza, morbidezza ed immediatezza d’esecuzione, ha scelto ed optato per la tecnica ad acquerello, che più gli è consona ed attraente.
Cura in modo particolare la ricerca di manierismi tecnici di stesura ed effetti ed accorgimenti stilistici d’espressione.
La sua attività espositiva lo ha visto protagonista in diverse mostre “personali”, allestite a Monfalcone, nel Mandamento ed in Regione. Inoltre ha partecipato ad innumerevoli collettive di pittura, anche quale aderente al circolo E.N.D.A.S di Monfalcone di cui è stato anche segretario, ottenendo lusinghieri riconoscimenti.
Attualmente si dedica esclusivamente alla pittura con la tecnica ad acquerello, unicamente per diletto e svago personale.
Tra gli ultimi riconoscimenti da segnalare il primo posto nel 2° Concorso Grafico intitolato a Fabio Forcessini con la sua opera “Pagliacci in corso” che diventa anche la copertina della “Cantada 2015”.
La tecnica ad acquerello, considerata a torto di seconda linea dagli addetti ai lavori,
è forse la più complessa nel rapporto con il suo elemento naturale, la carta. L'acquerello difficilmente consente ripensamenti e per questa ragione è inviso agli artisti contemporanei più avvezzi alle continue modifiche in corso d'opera. Eppure, la storia ci dice che molti grandi si sono cimentati con questa tecnica (o dimensione, che dir si voglia) al fine di realizzare quegli effetti di trasparenza e nitore propedeutici poi all'utilizzo dell'olio su tela. Nel settecento, una celebre scuola inglese di vedutisti, segnò un capitolo fondamentale nella storia della pittura di paesaggio.
Dario Sanson si confronta dunque con una complessità esecutiva senza eguali che gli consente di dare forza e vita ad un pensiero profondo sull'esistenza. I suoi acquerelli ci trasmettono quel lieve, angelico tremolio della pennellata - di vago gusto impressionistico - che racchiude in sé tutto il senso di quel provvisorio che governa la nostra vita terrena. Mai eccessivo, ma sempre discreto e misurato, il pittore ci restituisce il piacere vero della contemplazione intima, autentica, senza affettazioni
di maniera o superflui virtuosismi. Tutto è silenzio, pacificazione, riflessione interiore. Attraverso l'acquerello Sanson scopre i misteri della luce, le sue infinite trasparenze e possibilità realizzative. Nel passaggio verso la pittura ad olio oppure acrilico, egli applica l'esperienza acquisita in maniera proficua in composizioni pregevoli di forte intensità cromatica - vicine peraltro alla dimensione astratta dell'indefinito - che fanno emergere la sua istintualità di artista dotato di eccellente talento.
Giancarlo Bonomo
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