Franco Ciot nato nel 1959 a San Canzian d’Isonzo dove vive e lavora.
Inizia l’attività espositiva a metà degli anni 80 con presenze regionali e nazionali dedicate alla grafica d’arte, formandosi seguendo corsi di tecniche calcografiche sul territorio con Franco Milani, e in seguito presso la Scuola Internazionale di Grafica di Venezia nei corsi di xilografia e tecniche sperimentali con Franco Vecchiet. In quel periodo si trasferisce a Udine dove continua l’attività artistica.
Dalla fine degli anni 90 si avvicina a forme espressive che lo vedono realizzare sculture con prevalente uso di reti metalliche a formare di solito abiti e figure- contenitori, inizia in questo periodo a installare e ambientare le stesse in rassegne regionali e nazionali tra le altre “Hicetnunc” curata dal critico Angelo Bertani, “Passaggio a Tarcento” Palazzo Frangipane Tarcento a cura di Paolo Centioni, “Portici inattuali” Sitran d’Alpago, “Contemporanea” teatro S. Giorgio Udine, “Andante a salire” in file aiar Colonos, Villacaccia di Lestizza , fino al 2006 con la rassegna di scultura “Acciaio domani” Parco della Rimembranza, Udine.
Negli ultimi anni il centro d’interesse si focalizza nella percezione del paesaggio naturale, tradotto con sculture a prevalenza metallica e disegni-collage, formalmente riprendono strutture semplici che si sviluppano nelle architetture naturali che ci circondano. Nascono da disegni che rivelano ciò che la memoria conserva dopo aver distolto lo sguardo e danno corpo alla natura illusoria del disegno stesso.
Le prime sculture di questa serie sono state esposte nel 2010 in Australia, di seguito in mostre collettive regionali e nazionali.
Una compostezza insita accompagnata da una buona dose di discrezione e quel senso della misura oramai scomparso: questi sono gli aspetti che maggiormente colpiscono quando si conosce Franco Ciot, qualità che si ritrovano anche nel suo lavoro.
Un lavoro che parte da lontano. La grafica e la scultura degli anni Ottanta e Novanta, quest’ultima realizzata prevalentemente con reti metalliche, sono il punto di partenza per le opere attuali dedicate al paesaggio, o meglio alla sua percezione, a cui si è aggiunta anche una riflessione, con relativi interrogativi tutt’ora aperti, sull’idea di giardino: che cos’è, che senso ha, come realizzarlo. Pensieri che nascono e si sviluppano nel quotidiano, da piccole intuizioni, visioni inattese, particolari impercettibili di una natura che ogni giorno incontra e che, nel tempo, si è stratifica a tal punto da diventare materia viva per le sue opere.
Un primo approccio più che con il paesaggio, con ciò e chi lo abita, passa per la serie dei “Seminatori”, sculture/creature metalliche nere che ricalcano forme animali e vegetali. Perfette nella loro simmetria e regolarità, richiamano insetti dalle forme abnormi e dalle corazze bombate, fiori dai petali acuminati e dagli steli ritti e aguzzi. Ad osservare le opere precedenti, i “Seminatori” sono il naturale risultato dell’incontro tra il segno deciso e geometrico delle xilografie e gli “habitat” realizzati con la rete metallica, opere che hanno sicuramente stimolato Ciot ad affrontare il tema del paesaggio e del giardino, accanto alla necessità di trovare delle soluzioni per il proprio giardino di casa.
Le prime prove sono collages di piccolo formato, bidimensionali, stampe di fotografie su acetato realizzate personalmente che si intersecano con mappe catastali spogliate del loro ruolo, da cui emergono minimi elementi aggettanti, decisamente il preludio per i successivi sviluppi tridimensionali.
I suoi “paesaggi in corso”, nel tempo, sono diventi oggetti, strutture-giardino, scatoline contenenti paesaggi in miniatura, questi ultimi un sentito omaggio alle “Sculture da viaggio” di Bruno Munari, acquisendo i volumi necessari di un vero e proprio progetto plastico, tale da poter essere osservato da ogni angolazione. Come lo stesso artista afferma, “sono delle visioni non prettamente naturali, ma piccoli paesaggi occasionali, temporanei, accidentali” dove però affiorano il rigore, la precisione, l’abilità tecnica, e il senso della misura citato all’inizio. Ogni elemento, ogni particolare, ogni materiale utilizzato (acciaio, carta, filo metallico, acetato, stampa a laser) è studiato nel dettaglio e l’impostazione stessa di questi “teatri della natura” in formato ridotto non è assolutamente casuale. Dietro determinate preferenze c’è una riflessione, un andare in profondità attraverso gli strati di una memoria composta da tanti fattori, dalla comprensione della realtà al vissuto, all’aspetto culturale. Il tutto reso con una leggerezza disarmante, con una lievità davvero unica, anche nelle composizioni più ricche ed elaborate.
Queste particelle di natura, queste piccole porzioni di paesaggi e giardini ipotetici realizzati da Ciot, dalle rivoluzioni minime ma costanti sono, come afferma Michael Jakob, “il risultato artificiale, non naturale, di una cultura che ridefinisce perpetuamente la sua relazione con la natura. Questo rinvia a un paradosso: l’esperienza del paesaggio è, in generale e in primo luogo, un’esperienza di sé. E’ importante quindi sia ciò che il soggetto percepisce sia l’atto di percepire in quanto tale. Il soggetto fa interamente parte del paesaggio che compone”[1]. E Franco Ciot è sicuramente dentro ciò che compone, una presenza invisibile ma assolutamente riconoscibile nelle scelte e nei risultati.
Cristina Feresin
[1] M. Jakob, “Il paesaggio”, Bologna, Il Mulino, 2009, p. 29
Principali mostre personali e collettive
1986
“Rassegna di Grafica”, galleria Montes Staranzano GO
“Mostra collettiva di grafica”, palazzo Costanzi Trieste
“Collettiva”, galleria Montes Staranzano GO
1987
“Rassegna di grafica”, galleria Montes Staranzano GO
1988
“Collettiva Albatros 88”, Monfalcone GO
“Arte oggi”, Hannibal Monfalcone GO
“Studio ipotesi”, sala comunale Fiumicello UD
1989
“Studio ipotesi”, galleria il Cardo Ronchi dei Legionari GO
1990
“Studio ipotesi”, galleria S. Michele Trieste
1991
“Studio Ipotesi”, galleria Albatros Monfalcone GO
“Studio ipotesi”, galleria Antiche Mura Monfalcone GO
1992
“Art Gallery/90”, Ronchi dei Legionari GO
“Under 40”, C.F.A.P. Udine
“Collettiva”, C.F.A.P. Udine
1993
“Xilografia”, galleria T.K. Trieste
“Artisti per la pace”, galleria Spazzapan Gradisca d’Isonzo GO
“S.I.P.S.”, Sternberk CZ
"Collettiva“, galleria Kabinet Grafiky Olomuc CZ
“Xilo”, Tortuga Gallery Duino TS
“Incontro Centro Europeo”, C.F.A.P. Udine
“Rassegna Premio Menassi”, Museo della Città Udine
1994
“Frammenti di Esplorazione”, mostra itinerante Provincia di Udine
“Limine”, Sala comunale Ronchi dei Legionari GO
“Collettiva”, C.F.A.P. Udine
1995
“S.I.P.S.”, Sternberk CZ
1996
“Mutazioni“ Udine
“Collettiva“, Spazio la Frontiera Sottoselva Udine
“Arte in contemporanea”, Latisana (Ud)
“Confini”, Rassegna Oltre il Giardino Udine
1997
“Vedute/Visioni”, Laboratorio Santini Udine
“Dialogo tra le forme” GK72 Trebiciano TS
“Frontiere”, Colonos Villacaccia di Lestizza UD
1998
“HICETNUNC”, Valvasone PN
“Ricomincio da te?”, Libreria Aquileia (Ud)
“Rompicapo”, C.A.M.P.P. Cividale del Friuli (Ud)
“Libro Cuore Lirico”, Groznjan HR
“Contemporanea”, teatro S.Giorgio (Ud)
1999
“Guarda cosa guardi”, Laboratorio Vers 3, Mestre (Ve)
“Habitat”, Hic et nunc S.Vito al Tagliamento (Pn) personale
“360°”, Maniago (Pn)
“Instabili vertigini”, Il Fiore d’oro Gorizia personale
“Passaggio a Tarcento”, Palazzo frangipane Tarcento (Ud)
“Quattro pezzi facili”, Areatre Rizzi Udine
2000
“A te”, ex o.p.p. S.Osvaldo Udine
“Contemporanea”, Teatro S.Giorgio Udine personale
“Portici inattuali”, Sitran d’Alpago (Bl)
2001
“Simposio di scultura”, Centro culturale A. Moro Cordenons (Pn)
“FabricArte”, Galleria Borgo Rosta Monfalcone GO
“Abusivismo artistico”, Parco di via Dante Gemona (Ud)
2004
“Andante a salire”, in file aiar Colonos, Villacaccia di Lestizza (UD)
personale
“ Macchine poetiche” Forni di Sopra (UD)
2006
“ Acciaio domani”, Parco della Rimembranza, Udine
2009
“ Punti Luce”, Parco della Pace, Portogruaro, (VE)
2010
“La Bisiacaria a San Marco”, Palazzo delle Prigioni, Venezia
“ La Bisiacaria a San Marco” villa Vicentini Miniussi, Ronchi dei Legionari (GO)
“La Bisiacaria a San Marco”, Sala Consiliare, Turriaco (Go)
“ The Italian Job” Gympie Regional gallery , Gympie Qld, Australia
2011
“La Bisiacaria a Trieste”, Palazzo del Consiglio Regionale, Trieste
2013-2014
“La luce del mare” mostra collettiva itinerante di Artisti Bisiachi a Venezia, Grado (Go), Trieste, Turriaco (Go) e Monfalcone (Go)
2014
“Scavi 3”, collettiva di Artisti, sala Spazio d’Arte “Ciro di Pers” – Palazzo Municipale di Majano (Ud)
“An Italian affair”- GinGin Regional Courthose Gallery, Qld. Australia
“C’era mica un piatto d’artista” Triennale 2012-2014. Palazzo Attems, Gorizia
2015
“Calce bianca” rassegna internazionale di scultura, Massafra, Taranto
“Then there were six” Gympie Regional Gallery, Gympie Qld, Australia
2017
“Qui, un giardino provvisorio” (walking the dog) Rassegna arte e territorio, Barchessa villa Vicentini Miniussi, Ronchi dei Legionari personale
Seconda mostra collettiva Artisti del territorio, Sala Antiche Mura Monfalcone.
2018
Personale "Paesaggio in corso", Galleria d'Arte "Mario Iorio" Biblioteca Statale Isontina, Gorizia
2020
“C’era una volta un prato” Palazzo Frangipane, Tarcento. Mostra collettiva
2022
“A brene vierte” Avostanis 2022, Associazion Cultural Colonos, Villacaccia,Ud
“Uno+ Uno” Make spazio espositivo, Udine