Dante Cian è nato a Cassegliano, nel comune di San Pier d’Isonzo, il 13 agosto del 1922 .Ci ha lasciati il 9 settembre 2016. Ha sempre manifestato un grande interesse per la pittura e per l’arte in generale. Autodidatta e studioso dell’arte, a causa del suo lavoro di ebanista artigiano e del suo impegno politico (entra nell’amministrazione comunale del suo paese nel 1948 e vi rimane fino al 1975, con un ventennio come sindaco) non ha il tempo di organizzarsi per partecipare a rassegne ed esposizioni al di fuori del suo territorio. Dal 1986 conta numerose mostre personali e collettive in Italia ed all’estero, dedicandosi nel contempo anche all’arte della ceramica.
Una serie istantanea di vedute nella trama a tratti soffice e allusiva, prende corpo nella dimensione magmatica del colore che si modula sulla sostanza plastica dei paesaggi. Così la pittura di Cian: da un verso protesa alla ricerca del desueto e tuttavia, dall'altro, condivide un "gusto" dominante nelle preferenze estetico-figurative nel guizzo della pennellata che costruisce il quadro. Non come semplice gioco, ma come intervento maieutico sull'ambiente naturale per toglierli verità sottintese fino a farlo divenire, nelle immagini, timida poesia. Brani pittorici, voglio dire, che non avvincono immediatamente: insinuante è il loro porsi allo spettatore che di fronte a così evidente semplicità d' intenti, recepisce le istanze più immediate e il fremito di gioia che li ha prodotti. Pittura, che racchiude in sè la verginità del raccontare le cose colla stessa serietà del favoleggiatore, senza mai uscire dal suo metro per rimanere aliena da ibride deformazioni naturalistiche. E come la favola, così l'iter pittorico di Cian non pretende di risolvere tutte le emozioni dell'uomo, ma ne cristallizza solo un aspetto nella trasposizione lirica in un attimo di silenzio.
Marino Medeot
Bisogna conoscere l'uomo per capire l'artista disse un grande critico italiano molti anni fa. Ed è vero, è soprattutto vero quando si tratta di un personaggio molto incisivo come Cian. Ho visitato la sua casa e tutte le cose che crea, dai vasi di ceramica agli oggetti che diventano sculture, disegni, dipinti e acquarelli. Diciamo subito che dal punto di vista artistico Cian è completo, non accetta alcun compromesso, ne subisce costrizioni e questo vale anche per la sua vita quotidiana di uomo, nei rapporti con la gente. In sostanza Cian vuole mantenere la propria libertà e quindi che la sua materia poetica trova di per se stessa la forma, che può essere anche informale o figurativa, tutto dipende dalla carica dell'Io che si porta dentro. Nella sua pittura Cian riesce a liberarsi da tutte le incertezze e timori investendo tutto il suo mondo in maniera del tutto autonoma. Il colore danza vario e ricco di rapporti e armonie tonali mentre il lirismo poetico s'investe di una realtà familiare. Sono quasi esclusivamente paesaggi, penetrati quasi con commozione e immaginazione in cui si nota oltre alle capacità tecniche dell'artista di costruzione dell’opera un'ammirevole intuizione dei rapporti coloristici per cui i paesaggi, fatti di arbusti, macchie autunnali appaiono come tracce di un Carso vissuto nella memoria. Diciamo inoltre che Cian nelle cose che fa ci mette tutta la sua passione e la esprime con mano sicura sia che affronti l'acquarello che la ceramica o il dipinto a olio. Non dimentichiamo infine che la tecnica dell'acquarello, tecnica così affine all'artista non ammette ripensamenti, è stata ed è tra le più difficili per cui il risultato è dato sia dal buon mestiere e talento pittorico che dalla propria capacità narrativa e poetica.
Luigi Del Sal
Principali Mostre personali:
1973
1988
1989
1996
Principali Mostre collettive:
1975
1977
1979
1984
1986
1987
1988
1989
1990
1991
1997
1998
1999
2000
2002
2003
2004