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Mario Gallina

Data e luogo di nascita: Udine
Via Brigata Macerata 20, Ronchi dei Legionari
Cell. 331 5688466

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Biografia

Riceve i primi rudimenti nella pittura durante le scuole medie con il suo professore di disegno, il Pittore Udinese Guido Tavagnacco. Durante il Liceo si dedica alla sperimentazione grafica con chine e inchiostri attività che abbandona una volta entrato nel mondo del lavoro. Nel 2016 con la pensione rispolvera matite e colori e riprende a dipingere. Frequentando corsi di perfezionamento della tecnica pittorica presso la Cartoleria Meraviglia di Ronchi dei Legionari con la pittrice  Marina Legovini per l’acquarello,  con la pittrice Martina Michielin, per l’acrilico e materico, e con la maestra Elisa Succi, per il disegno e con la quale scopre il suo vero interesse: il volto femminile, del quale approfondisce sia gli stili che le tecniche ma prediligendo l’utilizzo dei pastelli secchi.

Ha partecipato a qualche mostra collettiva locale per cercare quella necessaria esperienza espositiva utile per un confronto pubblico, e attualmente utilizza i social (Facebook) per esporre i suoi lavori sia sul suo profilo che su gruppi specifici dedicati al disegno ed alla pittura. Nel prossimo mese di ottobre il comune di Ronchi dei Legionari organizzerà una personale a lui dedicata.

Recensioni

La tematica del ritratto è un soggetto fondamentale nella storia dell'arte. Un volto rivela la vita intera del personaggio rappresentato, come una mappa in cui sono impresse connotazioni tipiche e segni del tempo che, a loro volta, sono lo specchio di passioni ed emozioni, esperienze esistenziali e tensioni interiori. La vita stessa, infatti, è uno straordinario 'chirurgo' plastico. È il nostro atteggiamento, il modo di interpretare e interiorizzare i fatti della vita unitamente al mondo psichico, a determinare quel volto con cui noi ci presentiamo al mondo, ogni giorno. Nella riflessione di Mario Gallina, il ritratto muliebre assume un ruolo centrale. La sua indagine muove da una sperimentazione che parte dallo studio dello sfumato per orientarsi verso un tratto più marcato, quasi espressionista, senza disdegnare frequenti incursioni in un manierismo vicino alla Pop Art, più coinvolgente dal punto di vista cromatico. Nell'indeterminatezza degli sfumati, i volti evanescenti paiono svaporare in una dimensione sconosciuta, quasi fossero apparizioni oniriche catturate nell'attimo. In altri momenti, per converso, le linee si fanno più decise per rivelare – dentro gli sguardi delle protagoniste – una forza dell'Anima tipica del Principio femminile nella chiarezza degli intenti e nella determinazione caratteriale. Ma, di fondo, è l'enigma di tale Principio, spesso oscuro allo sguardo del genere maschile, il filo conduttore dell'indagine di Gallina. E lo si evince non solo dalla sperimentazione stilistica nelle molteplici varianti, che denotano una partecipata ed attenta curiosità, ma anche da quel suo 'entrare' puntualmente nel dettaglio, nella luce di uno sguardo o nel particolare del viso, sempre nel tentativo di comprendere un mistero o un turbamento emozionale del personaggio femminile, prima che svanisca in un nebbioso indistinto dimensionale. Gli occhi, talvolta chiusi, sono attimi di privatissima meditazione, diremmo di sospensione dal tempo. Qui il mistero si infittisce, e la soluzione interpretativa a noi per ora è preclusa. Meglio guardare solamente, nel silenzio, senza pensiero alcuno.

 

                                                                                                                                                                                                                                                                                   GIANCARLO BONOMO



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