Serena Paoli è nata a Gorizia nel febbraio del 1978. Figlia unica di genitori separati, vive gli anni dell’infanzia e adolescenza con il padre a Ronchi dei Legionari. Conclude poi gli studi superiori a casa della madre a Grado. Si trasferisce quindi a Trieste dove si laurea in psicologia. Dopo la laurea si trasferisce a Parigi, per un ciclo di studi universitari, dove ha modo di avvicinarsi molto al mondo dell’arte. Al suo rientro in Italia si occupa dell’attività famigliare (alberghiera e campeggio), si sposa e mette al mondo la prima di cinque figli. Dopo varie vicissitudini famigliari e personali trova nell’arte quell’interesse e quella forza per sopravvivere e rinascere. Da circa due anni frequenta un corso di disegno con la maestra Elisa Succi presso la cartoleria Meraviglia di Ronchi dei Legionari. La sua “prima artistica” pubblica si svolge con una personale a Villesse il 7 dicembre 2023, organizzata ed allestita da Bruna Tiberio, seguita nel marzo del 2024 dalla mostra collettiva, itinerante, a Staranzano, Monfalcone e altri centri del Mandamento, sulla vita della Callas. Il giorno 19 marzo 2024, durante il Gran Gala di Primavera a Trieste le è stato riconosciuto dalla Onlus Cinzia Vitale di Trieste una benemerenza (Filo di Seta) quale artista emergente.
La dimensione psicologica è una componente fondamentale di analisi quando l'Ente umano viene rappresentato nella cosiddetta pittura d'azione oppure, ancor meglio, nella ritrattistica, dov'essa trova i riscontri più naturali. La Paoli è totalmente coinvolta in quest'ultima tematica, dove i soggetti esprimono un microcosmo non tanto con gesti, posture o scene emblematiche, ma con l'intensità marcata dello sguardo che rivela mondi interiori sconfinati. Come una fotografa dell'Anima, ella cattura e cristallizza attimi irripetibili pregni di una tensione vitale che comunica più delle parole proferite esplicitamente. E, la sua passione per questa indagine, si evince distintamente. I volti scolpiti dalla vita vera stabiliscono da subito un ponte di comunicazione sottile con l'osservatore. Ci parlano senza parlare di conflitti, delusioni, consapevolezze. Talvolta di flebili speranze e, più raramente, con un certo autocompiacimento, di brevi attimi gioiosi derivanti dal solo fatto di esistere nell'avventura della Vita, a prescindere da ciò ch'essa riserva mediante le trame del Fato. Eppoi, le luci dentro quegli occhi, velate nel brillìo nascosto di una lacrima o un'emozione. Luci che non sono il riflesso di fonti esterne ma nascono da dentro, dalle infinite ed insondabili pieghe della Coscienza attiva. Luci proprie quanto mai presenti che trasformano gli sguardi in lame affilate e penetranti verso chissà chi, chissà dove. E' una carrellata d'introspezione psicologica, dunque, l'indagine della Paoli. Ma la sensibilità dell'Anima da sola non basterebbe. Vi è anche la capacità tecnica di esprimersi in quello che appare uno studio metodico coltivato nel tempo, con una dedizione costante, come rivelano le varie modalità esecutive. E lo si evince anche da come 'carezza' le linee di quei volti che sinceramente ama, con tenera e partecipata comprensione. Ogni donna, ogni uomo e, in generale, ogni essere vivente, contengono in sé una porzione dell'universo mondo, sotto qualche forma. Non solo nelle grandiosità, ma anche negli aspetti più umili o miseri. E questo, la Paoli, sembra averlo ben compreso nella sua pittura intima e coinvolgente che impone profonde riflessioni sulla condizione umana.
GIANCARLO BONOMO
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