Chi sono:
Sono Fulvio Bonetti, sono nato nel 1957 e dipingo ormai da più di trentanni, anzi, proprio in questi giorni, nei quali, appena ho un momento libero, cerco di organizzare al meglio questa mostra personale alla galleria "Antiche Mura", ho trovato, in una vecchia cartella ormai ingiallita dal tempo, i miei primi lavori ad olio firmati e datati. Sono del 1971, quindi sono 44 anni che questo strano amore per colori, pastelli, matite, pennelli... non mi lascia in pace. Sono tanti! Ma spero che diventino molti di più, perché sento che devo ancora "continuare a cercare di capire" perché, da sempre, sto' bene con me stesso solo nei giorni in cui riesco a fare magari solo uno scarabocchio, o riesco a sporcare con il colore una carta ,una tela, un pezzo di legno o un muro.
In questi 44 anni ci sono stati periodi in cui ho dipinto molto e partecipato a mostre, periodi, anche lunghi, nei quali dipingevo ma non mi andava di mostrare niente, e periodi, per fortuna brevi, in cui se mi mettevo davanti ad un pannello bianco....rimaneva bianco...
Nel 2013 ho conosciuto Livio Comisso, che dopo aver visto alcuni miei lavori, mi ha convinto ed aiutato a fare una mostra personale a Monfalcone, dopo 26 anni che, volente o nolente, non esponevo più.
Il giorno dell'inaugurazione ho fatto a Livio una promessa, e mi sono impegnato con tutte le mie forze per mantenerla: "da domani riprendo a dipingere con costanza e non smetto più!".
E così e stato: da quel giugno del 2013 ad oggi ho realizzato quasi cento lavori e adesso sono qui, sempre con l'aiuto di Livio, che ringrazio veramente, a mostrarvi... cosa ho combinato !
Grazie a tutti e...alla prossima !!!!!
01/02 2015
Fulvio Bonetti è nato a Monfalcone nel 1957. Da sempre appassionato di pittura, si diploma all’Istituto d’Arte di Gorizia, sperimentando prima la tecnica figurativa per poi dedicarsi anche all’astrattismo. La sua attività lavorativa di restauratore di mobili, a capo di una piccola impresa, lo mette in continuo contatto con il mondo dell’arte, contatto che mantiene anche in seguito come decoratore. Sono impegni che lo portano però a sacrificare parzialmente la sua produzione artistica ed in particolar modo l’attività espositiva. Riprende a tempo pieno l’attività pittorica nel 2009 con una serie di mostre personali che riscuotono ampi e sinceri consensi.
Dovessimo definire in poche, telegrafiche parole la vicenda artistica di Bonetti, potremmo scrivere: irreale, surreale, ludica, favolica, policroma. Sono, queste, tutte attribuzioni che ben si addicono all'autentica passione di un pittore entusiasta e motivato da ragioni per lui stesso insondabili, ma che pure ne determinano la continua ed incessante ricerca. Bonetti idealizza le sue città interiori, le rende felicemente impossibili, accese e, a suo modo, piene di vita. Le fa diventare incerte e provvisorie nelle linee dinamiche, quasi a voler richiamare la provvisorietà dell'esistenza stessa. La sua immaginazione abbatte la grigia cortina delle realtà urbane, l'appiattimento di una quotidianità alienante ed allucinante, per proporre una vita volutamente 'semplificata' e riconoscibile nei colori accesi delle case buranesi dei pescatori come in una Venezia onirica, pervasa da soluzioni cromatiche inattese e da scorci lagunari intrisi di nostalgia. La mente sintetica, nell'azione dell'immediato percepito, richiama a sé l'essenza concreta delle cose, e solo successivamente essa procede all'analisi ponderata. Questo principio, suggerito dalla psicanalisi moderna, pare venga applicato da Bonetti che irrompe nelle composizioni con un vitalismo scenico straripante, scevro da qualsivoglia convenzione formale, che ne costituisce una cifra artistica degna di attento apprezzamento. Una pittura concepita per far dimenticare quell'infelicità terrena che sovente soffoca il nostro cuore.
Giancarlo Bonomo - 29/02/2016
La tematica di Bonetti sfocia quasi sempre nell’architettura; le case rappresentate in tutta la loro poesia e con tutta la forza che egli riesce a imprimere sono “le sue case”. All’architettura spaziale s’aggiunge un tono di colore che tende sempre più a tagliare, nella sua pienezza, luci ed ombre quasi volesse nutrirsene per abbeverarsi poi nella laguna. Per Bonetti dunque la maturità del suo messaggio è data con grande voglia di rivelare tutta la realtà rifacendosi ai luoghi dove è solito “camminare”: momenti particolari in cui egli riesce ad essere se stesso e ad osservare, con occhi meravigliati, il mondo che lo circonda in un riverbero che fluisce nel nostro “guardare” e spera che ci possa essere sempre in noi un piccolo frammento di isola.
Michele Recluta, aprile 1987
Un intrigante gioco di colori. Il pittore presenta 12 quadri della sua collezione, 8 di piccole dimensioni e 4 grandi. La mescolanza e la sovrapposizione vivi sono l’unico elemento in comune, perché la scelta di realizzare quadri astratti permette poi ad ognuno di riconoscere ciò che la fantasia suggerisce. Ed è proprio questo che ha spinto Fulvio Bonetti a passare dalla tecnica figurativa a quella astratta: la libertà di dare forma alle emozioni e l’autonomia dell’interpretazione. Tutti i quadri hanno una cornice legata ai colori del dipinto: a volte c’è continuità, altre un contrasto netto per risaltare le tinte utilizzate. L’artista usa supporti diversi, dal foglio di carta alla faesite gessata, e materiali, come spaghi e cartoncini che regalano una terza dimensione al dipinto. I colori usati sono smalti e lacche, miscelati fra loro per ottenere sfumature sempre nuove e differenti. Si nota che nei quadri c’è uno studio accurato sui colori, sulla profondità e sui piani visivi, infatti, soprattutto in alcuni dei dipinti esposti, l’occhio di chi guarda viene condotto attraverso una serie di filtri fino ad arrivare allo sfondo del quadro.
Rossella de Candia – “Il Piccolo” 6/11/2009
Ciò che mi piace di Fulvio è che non sa stare senza dipingere. E come respirare per lui. In questo periodo ha recuperato i suoi sogni e per farlo, sta sacrificando la sua vita. Le sue immagini, rimaste immutate nella mente da molti anni, sì ripropongono fresche nei colori e nelle composizioni, con qualche accenno all'informale astratto. Sembra che il figurativo sia per lui una limitazione e lo ritrovi spesso oltre la soglia dell'immagine, a ripercorrere le strade della pop art. È uno dei pochi artisti sinceri che ha bisogno di essere creduto.
Livio Comisso, 02/08/2014
La base dì tutta l'opera di Fulvio Bonetti è il colore, che vive nelle sue molteplici sfumature (o segni) dentro una composizione mediata. Studiata "enplen air" tra le case di Burano, o ripercorsa tra le pagine dei testi d'arte.
Originariamente parte dall 'astratto mentale, citato in qualche bozzetto, per arrivare al figurativo quasi di matrice fotografica, con colore saturo di luce: l'astratto fa parte quasi inconsapevole della sua ricerca, ne inverte il ruolo quando passa dalle citazioni che sente più profonde: Gaudi, per non fare nomi o Hudertwasser dei quali è ammiratore completo.
Ci troviamo di fronte alla complessità della composizione senza rendercene conto, ma con la pancia felice per le sue citazioni che coincidono per le nostre.
E' la sua guerra alla banalità.
Livio Comisso, 28/01/2015
Mostre personali recenti:
2011
2013
2015
2017
2018
Molte sue opere sono in esposizione permanente in diversi locali della Regione